Articolo di
giornale
Sezione PERICOLI DEL
WEB
Pornografia dilagante tra i
preadolescenti ed utilizzo smodato di Internet: due temi che riguardano l’etica
della nostra società e richiedono un urgente interessamento da parte delle
agenzie educative
Pornografia dilagante e
dipendenza dai videofonini a partire da fasce di età sempre più basse: due
aspetti cruciali su cui si gioca il futuro delle nuove generazioni a cui si
desta troppa poca attenzione. Due temi a cui ha fatto riferimento lo stesso Umberto
Eco, uno dei più grandi pensatori contemporanei da poco scomparso, il quale
volle scrivere una “Lettera a mio nipote” proprio per metterlo in guardia da
questi strumenti così potenti e così pericolosi nello stesso tempo.
Adolescenti e preadolescenti
credono di conoscere il mondo di Internet, dai siti ai social network, mentre
conoscono soltanto una piccola parte di tale enorme oceano che, senza gli
adeguati strumenti, rischia di trascinare nel fondo un’intera generazione. E ciò,
in quanto spesso si entra a far parte di questa realtà troppo presto e senza le
necessarie precauzioni.
Umberto Eco nella sua lettera, ad
esempio, si soffermò sulla “perdita
della memoria” a causa di tali apparecchi come computer, telefoni, Ipad…
insomma, tutti quegli strumenti tecnologici che, permettendo l’immediato
accesso a mille informazioni, fanno perdere il gusto e la necessità di metterle
in testa. Capita sempre più spesso di non leggere attentamente ciò che troviamo
in rete in quanto c’è la certezza che
l’informazione potrà essere recuperata in qualsiasi momento.
E’ come se nessuno ritenesse più
importante ricordare, portare dentro di sé pezzi di memoria per il semplice
gusto di averli sempre impressi nella propria testa: ora, con un cervello
portatile sempre in tasca alleniamo sempre meno la nostra mente. Ma il cervello
ha bisogno di lavorare! Esso non si stanca, piuttosto si fortifica ogni volta
che lo usiamo, come i muscoli delle gambe o delle braccia: più corriamo o ci
alleniamo, più essi si sviluppano e crescono. Se invece ci ricordiamo di
correre solo una volta al mese, i muscoli si intorpidi
scono
e fare una corsa sarà sempre più difficile. Senza considerare che anche il
ragionamento si appoggia sulla memoria, infatti per ogni elaborazione mentale è
necessario basarsi su informazioni già presenti nei cassetti del nostro
cervello.
Del resto, anche l’altro punto toccato dal grande Eco
deve suggerire spunti di riflessione, e stiamo parlando dell’accesso facile
alla pornografia tra i preadolescenti, grazie alla crescente facilità di
disporre di strumenti sempre connessi ad internet e facilmente portabili.
In base a stime approssimative
risulta che già in prima media circa la metà dei ragazzi abbia avuto la
possibilità di vedere immagini pornografiche in via occasionale e che il 30% le
guardi con una certa costanza: ciò è sconvolgente, in quanto i video hanno un
impatto fortissimo sulla psiche di un adolescente o addirittura di un
preadolescente.
Il rapporto sessuale tra un uomo
ed una donna dovrebbe rimanere una aspetto personale e non qualcosa da
sfoggiare in pubblico per impressionare o far ridere gli altri. Inoltre tali
immagini sono incredibilmente diseducative per i ragazzi, in quanto possono
anche indurli a credere il sesso sia qualcosa di volgare e negativo che va
consumato come un oggetto, mentre dovrebbe essere una componente dell’amore che
esiste tra due persone che si amano. Senza considerare che la ripetitività e la
monotonia dei filmati pornografici, sempre osceni e a volte violenti, si
imprimono nella mente dei ragazzi come inchiostro assorbito dalla carta.
E’ evidente che questi siti e
l’uso sconsiderato di Internet stanno entrando nella psiche dei giovani,
trasformandoli inesorabilmente. Fino a poco tempo fa chiunque poteva affermare
di avere il controllo di cellulari e computer, mentre ora molti sembrano
posseduti da loro, come se, senza, non potessero vivere: gruppi interi di ragazzi che, seppur nello stesso luogo,
guardano ognuno il proprio cellulare; coppie che parlano solo attraverso
messaggi; amici che, invece di potersi consolare con un abbraccio, lo fanno
attraverso lo schermo di un telefono. Quante volte abbiamo visto scene del
genere?
Occorre moderarsi, agire con
intelligenza, fermarsi, capire, riflettere, non demonizzare il mezzo, ma
neanche sottovalutare la potenza che esso può esercitare sulla nostra psiche e
sulle nostre relazioni umane. La vita non può essere racchiusa in una scatola
di plastica o di alluminio che sia.
Allora guardiamoci in viso, e
rallentiamo questa corsa che ha l’oblio dietro di noi e la confusione davanti
ai nostri occhi.
Osimo, 29-3-2016
Maria Sofia Proserpio
Classe 2^C
Istituto Comprensivo
F.lli Trillini
Secondaria di Primo
Grado Giacomo Leopardi